
La Torre degli Arcioni, questo è il nome della famiglia che la costruì intorno al XII° secolo.
È alta quasi 37 metri, fu costruita con materiale laterizio sottratto alle vicine terme di Traiano. Dalla famiglia degli Arcioni passò ai Capocci, che la possederono per un tempo abbastanza lungo da farla riconoscere con il proprio cognome.
Nei secoli la torre è stata più volte riadeguata all'uso che abbisognava, di conseguenza anche gli interventi, interni ed esterni, hanno seguito i fini predisposti. La torre faceva parte di una delle dimore fortificate dei Capocci.

Con i lavori per l’unificazione d’Italia e di Roma capitale l’assetto del rione Monti e del quartiere Esquilino fu distrutto, e la torre si ritrovò sola in mezzo a piazza S. Martino ai Monti.
Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 ci furono gli ultimi restauri. Nella torre decise di avere uno studio Alessandro Vessella (1860-1929), Capo della Banda di Roma, che si fece portare il pianoforte all’ultimo piano.
Dal 1936 la Torre è stata affidata ai fratelli Giampaoli (Pietro, Celestino e Vittorio) per farne laboratorio.
